Il termine RFId (Radio Frequency Identification) indica, in generale, un sistema di identificazione “senza fili”, sebbene oggi si usi per definire i rilevatori di tag usati nell’identificazione di merci e capi di bestiame.
La continua ricerca della qualità e l’innovazione tecnologica hanno reso AUREL Automation una delle aziende Italiane leader nella realizzazione di macchine automatiche per RFId e Smartcard.
La nascita del primo sistema RFId può farsi risalire al tempo della 1° guerra mondiale: i radar permettevano di identificare gli aerei in volo, ma non riuscivano a distinguere gli aerei nemici da quelli amici; allora i tedeschi si accorsero che il segnale radar riflesso era influenzato dalla condotta del pilota, nel senso che bastava far rollare il velivolo per avere un’immagine radar diversa da quella fornita da un aereo in volo stabilizzato.
In questo modo sullo schermo radar si potevano distinguere aerei tedeschi da aerei alleati. Questa tecnica di riconoscimento degli aerei può essere considerata una forma di RFId a transponder passivo.
Contemporaneamente gli inglesi dotarono i loro aerei di trasmettitori che venivano attivati dal segnale radar ricevuto, inviando un segnale di riconoscimento alla stazione di terra (IFF, identify friend or foe), realizzando così un sistema a transponder attivo ante litteram.
I sistemi RFId come li intendiamo oggi nascono nel 1973, quando fu presentato il primo brevetto di un lettore a transponder passivo per sbloccare una serratura elettrica.
Da allora la tecnologia RFId si e perfezionata ma il suo sviluppo e la sua diffusione sono stati (per anni) limitati dalla concorrenza dei codici a barre, molto più economici.
Lo sviluppo della microelettronica ha portato i sistemi RFId a fornire prestazioni notevolmente superiori a quelle dei sistemi con codici a barre, delineando di fatto differenti ambiti applicativi e funzionali.
Oggi i sistemi RFId si utilizzano in tantissimi campi, ma principalmente nel controllo accessi, nella logistica, in medicina e nell’industria.
La tecnologia RFId approda al settore tessile e lo fa presso la Miniconf, specializzata nella produzione di abiti per bambini, nel cui stabilimento si sta sperimentando la gestione del capi di campionario provenienti dagli stabilimenti produttivi mediante sistemi di identificazione a radiofrequenza.
Grazie all’ implementazione di antenne e lettori RFID, gli operator! potranno tracciare i capi in ingresso (provvisti ognuno di un tag passivo) e i movimenti in magazzino (smistamento e confezionamento) e l’uscita verso gli agenti e l’eventuale rientro dei capi in sede.
In maniera più rapida e sicura, risparmiando tempo e denaro.
Un esempio, questo, che segue quello della catena alimentare, dove l’RFId e già stato usato per identificare e gestire le bottiglie di vino: tag posti nei tappi o nelle etichette permettono di monitorare i passaggi del vino dal produttore al consumatore, controllare la temperature e garantire l’autenticità al cliente finale, ma anche fornire informazioni sul prodotto.