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Quando torneremo a partecipare agli eventi?

Quando torneremo a partecipare agli eventi? Cosa hai pensato leggendo questa domanda? Sicuramente ti sarai fatto un’idea di come potrebbe prospettarsi il futuro e avrai maturato delle opinioni a riguardo. Oggi vorremmo provare a dare delle risposte sulla base di quanto avviene in questi giorni, usando dei dati che magari possono dare una visione di insieme su cui progettare la strategia per il dopo-pandemia. Per rispondere in modo approfondito abbiamo anche chiesto un parere ad una popolare agenzia eventi di Milano.

L’Italia oggi

La situazione attuale vede il nostro Paese suddiviso in zone “colorate” per le quali ci sono regole più o meno restrittive rispetto alle aperture delle attività e alle uscite. Le zone dovrebbero essere momentanee e utili alla Sanità a gestire la seconda ondata di contagi iniziata ad agosto con un via libera forse troppo permissivo. Potevamo aspettarcelo? Sicuramente si dato che gli esperti prospettano anche una terza ondata dopo la quale, forse, potremmo tornare a dormire sonni tranquilli. Il punto è che ogni “via libera” e ogni autorizzazione alle pubbliche uscite determina, per contro, il rischio di sviluppare nuovi focolai di contagi.

Quindi c’è chi ritiene che dovremmo starcene chiusi in casa ancora per un bel po’ e chi pensa che, dopotutto, la fase grave e acuta sia già passata. Non possiamo certamente tirare stime esperte dato che nel nostro staff non ci sono epidemiologi o esperti di sanità. Ciò che possiamo fare, invece, è pensare a come ricreare una strategia economica per la sopravvivenza del settore dell’organizzazione eventi.

La svolta è vicina?

Sicuramente torneremo a vivere concerti, eventi sportivi e feste private e su questo non c’è dubbio. Il “quando” dipende da come trascorrerà il Natale e la fine dell’anno ma anche dagli investimenti che verranno compiuti nella sanità pubblica, nel sistema dei trasporti e nel settore produttivo. Sarà quindi responsabilità di ognuno di noi adottare tecniche che agevolino la presenza di più persone senza mettere a rischio la salute pubblica.

Banalmente se sei uno di quelli che si addossa alla persona davanti a te in fila al supermercato stai partecipando ad aggravare la situazione. Se sui mezzi pubblici non rispetti le indicazioni di entrata o uscita, se ti avvicini alle persone e ignori i sistemi messi in atto per prevenire i contagi stai partecipando tu stesso all’avanzata di un altro collasso. Quindi i tempi di ripresa a partecipare agli eventi dipendono da tutte le persone e non solo dalle istituzioni. Cosa manca per smuovere la coscienza pubblica? Una corretta informazione e comunicazione.

A quale normalità vogliamo tornare?

Adesso è il momento giusto per studiare strategie di sicurezza per le persone e per ragionare su quali potrebbero essere i metodi migliori per migliorare l’igiene, la gestione degli spazi e la registrazione delle presenze. Tornelli, termo-scanner e registri digitali, quindi, sono la punta dell’iceberg di un mondo fatto di nuove tecnologie sostenibili e soluzioni smart che consentano alle persone di stare in uno stesso spazio fisico senza correre rischi.

Vista in questo modo la situazione potrebbe farci avere un’idea più esaustiva del ritorno alla normalità ma che non dobbiamo intendere come quella vissuta pre-pandemia. Perché? Sicuramente perché è proprio quella normalità che ci ha portato a vivere la condizione in cui ci troviamo oggi.

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